lunedì 8 agosto 2011

ASSIGNMENT 3


“Coltivare le Connessioni” mi è apparsa come una riflessione semplice ma che definire scontata sarebbe ingenuo.
È cruciale interessarsi al concetto di connessione perché palesare questo cardine aiuta a sviscerare meglio anche questioni più complesse. È innegabile il fatto che “La ricchezza di una mente dipende direttamente dal numero, dalla qualita, dalla diversita delle connessioni che ha stabilito con altre menti”  il progresso e l’evoluzione sono senz’altro cause e conseguenze di un continuo connettivismo che effettivamente prescinde da una distinzione tra fisico e virtuale. Basti pensare al brutto stereotipo secondo il quale una persona è più intelligente se maggiormente acculturata, termine che fa riferimento a una conoscenza che deriva alla volte anche unicamente da studi e letture, perfetti esempi di connessioni “irreali”. Trovo aberrante lo stereotipo ma se vi voglio riconoscere una logica, ammetto che di frequente la mia mente è più stimolata e appagata da una lettura di Calvino che da un dialogo faccia a faccia con molte persone che ho incontrato. E come i libri spesso è lo stesso Internet a rapirmi!
Sinceramente compresa l’utilità della nuova forma di connessione globale di Internet non comprendo però l’idea che questo allontani dai rapporti diretti o che non sia un’innovativa e valida risorsa da cui attingere. Sono d’accordissimo con quanto affermato “Laddove c’e massa è inevitabile che la qualita scompaia e prevalga il peggio? Internet, con la sua straordinaria capacita di fluidificare l’informazione, e la chiara dimostrazione di questa triste tesi? (…)  L’idea che tutto cio che concerne la massa debba essere negativo mi mette alquanto a disagio ” . Mi sembra un’ignoranza crassa quella di chi ancor oggi l’afferma. Posso capire lo scetticismo iniziale ma l’unico limite di Internet al giorno d’oggi è il cervello di chi l’utilizza! Nel senso che ogni mezzo deve essere in giusta misura utilizzato, le informazioni raccolte devono essere selezionate. È improponibile l’idea di conglobare tutti gli imput che arrivano!! Gli stessi social network (face book, twitter ..) sono utili e geniali se usati nel giusto modo. E mi sembra anche assurda l’idea di chi ancora vede una dicotomia, un ossimoro tra realtà e tecnologia, perché Internet è estremamente reale e vivo!! L’unico servizio che non mi piace (ma è  sufficiente non farne uso!!!) sono le chat. Per conoscere o parlare con una persona è fondamentale averla di fronte, cosa invece non indispensabile in uno scambio di opinioni. Il fatto invece che i fili lungo cui si trasmetteva il sapere di generazione in generazione si siano interrotti penso sia il risultato di un deprimente e crescente individualismo che ha portato oggi a una mancanza di quei mezzi stessi attraverso cui si interagiva. Il dialogo in famiglia, da quanto vedo, è in larga misura, morto. Io in questo mi sento fortunatissima, perché nella mia famiglia il concetto di conoscenza ed educazione come scolarizzazione è totalmente mancante. Ogni sera fin da bambini i miei genitori esortavano me e i miei fratelli a parlare per tirare fuori quell’insieme di sensibilità e percezioni  che lungo la giornata raccoglievamo, ci raccontavano le loro esperienze e opinioni, su viaggi, lavoro, società ecc permettendoci di sviluppare riflessioni e idee che sennò non avrebbero avuto occasione di nascere. Detto questo voglio dire che nonostante io sappia che il negativismo (anzi la depressione!) è un filone di pensiero dilagante, mi è dispiaciuto sentirlo così marcatamente in un post di ilariabu,  perché i mezzi di comunicazione, e perciò di amare secondo me, nonostante siano interrotti sono nelle nostre mani e possono essere ricreati da chiunque abbia la forza di riprendere un “progetto” tanto bello e impegnativo. Infatti non sono d’accordo con l’affermazione “Prof, i ragazzi non sanno piu amare. Molti non amano neanche se stessi. Io ho paura, perche da piccola speravo che i ventanni fossero il periodo piu bello della mia vita. Ora invece vedo che come non amavano i miei genitori, non sono in grado di amara manco i miei coetanei. Che connessioni ne possono venir fuori?” Io so amare. Riesco ad amare nel senso più generale del termine, riesco ad amare e appassionarmi a studi, sogni, progetti, alle persone che ho intorno ecc. E sono certa che chi ha paura di non saper amare è qualcuno che in realtà ama moltissimo..
Mi è piaciuto moltissimo l’esempio per spiegare la visione della società scolarizzata “Ricordo la conversazione con un’ostetrica che lamentava l’assurdita delle domande fatte da un numero crescente di genitori. Domande che un tempo non sarebbero venute in mente a nessuno e che rivelano l’imbarazzo per non saper che pesci prendere di fronte ad una cosa viva:“Chiediamo al dottore!”, “Iscriviamoci ad un corso!” (…) Ora anche mamme e babbi stanno perdendo la conoscenza implicita! Ecco un bell’esempio di cio che intendo per societa scolarizzata. Cercare in forme proposizionali, somministrate da una cattedra e pagate un certo prezzo conoscenze che prima erano respirate nella comunita”. È  una visione tragicomica della condizione ai tempi nostri a cui sono felicissima di non aver preso parte!!
Mi piace come Internet renda la conoscenza a portata di tutti in contrasto col passato e “alla faccia” di questa istituzione che ci marchia come bestiole, giudicando le persone tramite un voto in trentesimi.
In conclusione il servizio più importante che Internet mette alla portata di tutti è la possibilità di avere un PLE che è la rappresentazione di ogni concetto che spero di essere riuscita ad esprimere finora e cioè una spirale di conoscenze e informazioni ordinata secondo un registro che noi stessi scegliamo e ampliamo.

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